Messaggio del Vescovo Gioacchino Illiano alla Via Crucis 2011
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Messaggio del Vescovo Gioacchino Illiano alla Via Crucis dei Giovani 2011
eccoci giunti al termine dell’itinerario spirituale della Via Crucis.
Come un padre che apre il cuore ai suoi figli, raccolti intorno a lui, così per un attimo vorrei aprire il mio cuore e confidarvi quanto per me, in questi lunghi anni di ministero episcopale, siete stati cari.
“Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22,15 ) dice Gesù ai suoi amici, e non vi nascondo che, anch’io, ho desiderato fortemente questo incontro, stasera, con voi.
Non so se vi saranno altre opportunità di incontro tra noi, ma intanto ringrazio Dio perché stasera stiamo insieme.
Vedete, cari giovani; ripercorre la strada del Calvario vuol dire contemplare Gesù nel suo volto pieno di dolore, deriso, oltraggiato, sfigurato dal peccato dell’uomo, e anche dal nostro peccato; ma vuol dire, anche, comprendere che tutte le sofferenze dell’uomo d’oggi sono racchiuse in quel grido di sempre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Sal 22,2).
Quanti interrogativi che ci portiamo dentro, quando dinanzi alla sofferenza innocente, alla miseria di popolazioni intere, alla violenza assurda di guerre, ci domandiamo ancora: “Perché, Signore, ci hai abbandonato?”.
Quanti giovani dinanzi al dilagare del male nel mondo, arrivano a non credere più in niente. Anzi vi è qualcuno che, per assurdo, arriva a credere che il male (satana) abbia l’ultima parola su tutto e sull’uomo stesso.
Il Salmista ci fa gridare: “O Dio, non startene muto, non restare in silenzio e inerte” (Sal 83,2).
Il silenzio di Dio è struggente, sembra imporre l’idea che Lui “non c’è” che Lui non esiste; eppure, è nel silenzio di questa, notte che siamo raggiunti e toccati dall’Amore sconfinato di Dio.
Solo guardando Gesù crocifisso, possiamo comprendere “…quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” (Ef 3,18-19) dell’amore di Dio per noi!
Solo l’amore può squarciare il silenzio e mettere in fuga il male, quando ciascuno di voi, – decidendosi in cuor proprio di essere luce e sale del mondo – presta la propria vita a Dio e nel bene che farà, lo rende vivo e vero per le strade del mondo.
Con amore di Padre, lascio al nuovo pastore di questa Chiesa il compito di guidarvi; ma col cuore non vi lascio, e continuerò ad esservi padre e maestro; vorrei darvi come consegna le parole del servo di Dio Giovanni Paolo II, pronunciate in quella indimenticabile Giornata mondiale della Gioventù del 2000 a Tor Vergata, quando disse: “Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!”.
Anche questa amata Terra dell’Agro attende la sua risurrezione, e voi, anche dinanzi alle cadute, allo scoraggiamento, alle difficoltà della vita non sentitevi mai sconfitti, ma accendete nel cuore dei vostri coetanei, qui nell’Agro, un’alba di risurrezione, un’alba di
vittoria dell’Amore di Dio, un’alba di luce che permette agli occhi del cuore di tanti giovani di vedere in modo nuovo la vita, le difficoltà, la sofferenza e di vedere in esse la presenza di un Dio-amore.
Mentre di cuore ringrazio quanti hanno preparato e curato questa serata, voglio dirvi quello che forse poche volte vi ho detto, ma è qui dentro di me, vi ho sempre amato e stasera con grande gioia, ve lo dico con le parole di S. Giovanni Bosco: “Mi basta sapere che siete giovani, perché io vi ami assai!”.
Vi benedico tutti!
+ Gioacchino Illiano